È la protesi che siamo abituati ad impiantare ma con la collaborazione del robot.
I vantaggi di questa metodologia sono abbastanza evidenti.
Vediamo di analizzarli con precisione.
Il robot deve essere informato dal chirurgo di tutti i dati riguardanti il paziente.
Le indagini necessarie di cui il robot necessità sono:
Questi dati vengono inviati presso strutture apposite che studiano e sviluppano la progettazione dei tagli a cui dovrà essere sottoposto sia il femore che la tibia.
Dopo aver preparato questo programma di lavoro, il paziente verrà ricoverato e operato seguendo le esperienze del chirurgo e il progetto preparato dal robot.
Praticamente l’intervento verrà effettuata dal chirurgo e secondo le normali abitudini acquisite e le conoscenze dello stesso.
Il compito del robot è quello di assistere l’operato del sanitario.
L’assistenza si svilupperà proprio nel controllo che la programmazione potrà sviluppare nei riguardi dei tagli che il chirurgo andrà ad effettuare.
Tutto ciò porterà ad un risultato ancora più accurato e controllato dall’automazione associata alle esperienza dell’operatore.
Non si deve pensare che l’intervento possa essere dipendente solo dal robot giacche l’esperienza del chirurgo è indispensabile visto che nel ginocchio non esiste solo l’osso ma anche le parti molli (capsula, tendini e legamenti).
Queste componenti sono necessariamente equilibrate dal chirurgo che deve bilanciare l’articolazione controllando l’elasticità di questa struttura facendo in modo che l’equilibrio articolare risulti perfetto.
Tutto questo lavoro porterà ad un recupero più rapido del ginocchio.
Infatti il paziente potrà essere messo in piedi già il giorno dopo e può tornare alle sue abitudini quotidiane già dopo 20-30 giorni dall’intervento.