LA SPALLA INSTABILE

Artroscopia alla Spalla

L’anatomia normale riconosce l’articolazione gleno omerale (G-O) come enartrosi, ma rispetto alle altre articolazioni della stessa classe essa ha una capacità di movimento altamente superiore. La G-O è una articolazione minimamente vincolata, che consente un ampio raggio di movimento normale della spalla bilanciando contemporaneamente mobilità e stabilità attraverso un complesso sistema capsulolegamentoso e muscolare. Tali condizioni anatomo-funzionali rendono questa articolazione a rischio di instabilità clinica.
Trattando l’instabilità di spalla si affronta un quadro con numerose possibilità cliniche, che nel tempo hanno dato vita a molte diverse classificazioni nel tentativo di ordinare le varietà anatomopatologiche delle lesioni e la loro reale qualità eziopatogenetica.

L’instabilità di spalla può essere descritta sulla base delle seguenti eventualità:

• Direzione (anteriore,posteriore, inferiore, multidirezionale)


• Gravità, che varia a seconda che si tratti di lussazione, sublussazione o microinstabilità


• Le cause della instabilità iniziale, che sono fondamentali nella realizzazione di una classificazione delle instabilità di spalla e per pianificare il suo trattamento


• Insorgenza cronologica della patologia (acuta; cronica; acuta in cronica)


Per questo ormai si fa universalmente riferimento ai tradizionali eponimi, TUBS (traumatic instability, unidirectional, Bankart lesion) e AMBRI (atraumatic instability, multidirectional, bilateral, rehabilitation) che risultano più agevoli da utilizzare ma meno descrittivi con il risultato che in alcuni casi i pazienti cadono tra le due categorie, cosicché molti di essi non possono essere inseriti in questa classificazione. Pertanto sono state create altre categorie come la AIOS (acquired instability of overstressed shoulder) o altre classificazioni come quelle di Kvitne e Jobe e soprattutto di Gerber.

Il corretto trattamento di una instabilità deriva dalla sua esatta classificazione che è possibile solo se vengono riconosciuti tutti i segni clinici e strumentali. Ciò si può ottenere solo con l’esecuzione di un buon esame clinico metodico ed accurato (anamnesi, ispezione, palpazione, mobilità, forza, test specifici) e ad un attenta valutazione strumentale (RMN). La lesione più comune è la lesione di Bankart che deriva dalle lussazioni scapolo-omerali anteriori. Questa può e deve essere riparata, oggi, in artroscopia. La tecnica di riparazione artroscopica della instabilità di spalla è un intervento delicato che necessita di una lunga curva di apprendimento ma che offre a chirurgo e paziente un risultato superiore. L’intervento viene effettuato attraverso l’utilizzo di un sistema visivo con ottica e telecamera che viene introdotto, attraverso una piccola incisione di 1 cm eseguita sulla faccia posteriore della spalla, all’interno della cavità gleno-omerale.


Poi mediante altri due piccoli accessi anteriori si introducono gli strumenti chirurgici che permetteranno la riparazione del danno. Questa viene effettuata con suture montate su ancore avvitate che vengono introdotte direttamente nell’osso a livello della lesione riscontrata, l’arte del chirurgo sta nel bilanciare ricostruzione anatomica e funzionale a secondo delle diverse lassità che si possono identificare.


Post Intervento:


Dopo l’intervento il paziente dovrà restare immobilizzato con tutore reggibraccio in adduzione per 30 giorni, poi dovrà affrontare un periodo di recupero funzionale di almeno due mesi.