Una giovane paziente di 30 anni, in un periodo di quarantena decide di giocare con la bimba, purtroppo scivola e si provoca una distorsione del ginocchio in seguito alla quale si determina una lussazione della rotula.
La paziente, aiutandosi con la mano, riesce a ridurre la rotula. All’esame clinico si evidenzia un dolore urente sul margine mediale della rotula.
La Rmn evidenzia frattura osteocondrale del margine mediale della rotula. Si tratta di una lamina fratturativa di circa 1,5 di lunghezza con uno spessore di 3 mm. Praticamente il legamento alare della rotula mediale si è distratto a tal punto da creare il distacco osseo.
Ora si pone il problema della scelta di trattamento da consigliare alla paziente.
Le opzioni sono 3:
- possiamo tenere la paziente in ginocchiera estesa per 30 gg e lasciarla guarire spontaneamente sperando che il frammento consolidi spontaneamente. Credo che il distacco consolidi essendo in prossimità della rotula. Comunque sarebbe una guarigione che non potrebbe dare garanzie di stabilità rotulea.
- possiamo sottoporre la paziente ad artroscopia chirurgica esplorativa per visualizzare il frammento e decidere se asportarlo o tentare di sintetizzarlo. La scelta dipenderà dallo posizione ,dallo spessore e da quanto interferisce con la superficie articolare. E’ un intervento che puo’ dare un risultato brillante ma nasconde tante incognite e difficoltà.
- intervento a cielo aperto per esplorare il frammento ed intervenire sulla stabilizzazione della rotula che puo’ avvenire sia trasponendo il vasto mediale sia con l’utilizzo del gracile tunnellizato attraverso due tunnel rotulei (tecniche ambedue descritte e consolidate).
A mio parere questa è la soluzione più complessa ma è quella che dà le maggiori garanzie di riuscita e di stabilità rotulea.